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Bambini cittadini
di Italo FIORIN
Pedagogista
Uno sguardo riflessivo
per crescere insieme
essun grado di scuola, probabilmente, ha maturato La stessa cura la scuola dell’infanzia ha imparato a met-
Nuna familiarità con la riflessione pedagogica come terla anche a un livello di maggior complessità, quello re-
la scuola dell’infanzia. È nella scuola dell’infanzia che lativo alla sua dimensione istituzionale.
concetti come ascolto, accoglienza, osservazione, docu- È lontano il tempo nel quale la preoccupazione e la re-
mentazione, si sono tradotti in pratiche professionali. Po- sponsabilità educativa erano pressoché esclusivamente
trebbe sembrare paradossale, quando si parla di valuta- centrate su quanto avveniva in sezione (“la mia sezione”,
zione, affermare che la cultura della scuola dell’infanzia “i miei bambini”, “le mie famiglie”…). La scuola, anche
è quella più capace di suggerirne il valore pedagogico una scuola di piccole dimensioni, è un’organizzazione no-
e orientarne il corretto uti- tevolmente complessa, e la
lizzo. È, infatti, una scuola componente collegiale è ca-
senza voti, senza prove IN- ratteristica essenziale della
VALSI, senza esami, senza professionalità docente,
bocciature. Ma proprio la tanto nella scuola dell’infan-
libertà di cui gode rispetto a zia quanto in un liceo. Ma
vincoli e adempimenti for- anche questa dimensione,
mali molto discussi e oggetto che richiede dedizione e
di continue riformulazioni competenza, è molto più fa-
(voto o giudizio? Certifica- miliare di quanto non sem-
zione o attestazione? Crediti brerebbe, se si pensa che, ad
o debiti formativi?) consente © Freepik.com esempio, uno strumento di
alla scuola dell’infanzia un autovalutazione come è il
approccio sereno, insieme educativo e professionale. RAV ha fatto solo di recente comparsa nella scuola dell’in-
Nella scuola dell’infanzia, più che in ogni altro grado sco- fanzia. C’è un verbo che più di ogni altro è capace di spie-
lastico, valutare significa attribuire valore, anzi, meglio, gare perché, ed è il verbo accogliere. Accogliere i bam-
valorizzare. bini, le loro storie, i loro linguaggi. Accogliere le famiglie,
Questa attenzione riguarda tanto la dimensione della re- i dubbi, i desideri. Ma, anche, accogliere le domande che
lazione educativa con i bambini, e in particolare l’agire ci mettono in gioco: guardarsi dentro, interrogare le pra-
didattico, quanto la dimensione organizzativa, gestionale, tiche, dare valore ai processi. Tutto questo fa parte della
istituzionale. scuola dell’infanzia, ed è la garanzia che anche richieste
Con riferimento ai bambini, le proposte didattiche nascono come il RAV possano configurarsi non come adempimenti
dall’osservazione, dall’ascolto, dalla negoziazione, da burocratici, ma come opportunità pedagogiche.
quella che Jerome Bruner chiamava “la cortesia del dia- La familiarità con la documentazione e la riflessione sono
logo”. È l’agire indiretto, l’accompagnamento affettuoso anticorpi nei confronti di possibili derive quantitative e
e stimolante, il segreto di una scuola veramente a misura fanno del RAV non uno strumento di misurazione, ma di
delle bambine e dei bambini che la frequentano. Docu- riflessione, non appiattito sui dati, ma capace di restitu-
mentare tutto, riflettere insieme, confrontarsi, riproget- ire identità. Ecco allora che l’autovalutazione alimenta la
tare… Tutto questo racconta una scuola dell’attenzione, capacità di cura educativa della scuola, ne rigenera la vi-
della ricerca, una scuola riflessiva. sione pedagogica e i suoi valori fondanti.
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Progetto TRE-SEI Gulliver n. 241

