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        vità (se necessario, possiamo riprodurlo due o più volte). Al ter-

        mine, promuoviamo un momento di confronto degli elaborati,

        invitando un alunno alla volta a mostrare il proprio disegno alla

        classe e a verbalizzarne il contenuto. Sveliamo, a questo punto,

        che il brano analizzato si ispira a un temporale e chiediamo:



            4  Quali suoni caratterizzano un temporale? Sapete imitarli?

            4  Come si possono descrivere? (Forti, deboli, sovrapposti, con-
                 tinui, improvvisi, in sequenza, ecc.)




            Un temporale in classe

        Proponiamo ai bambini la produzione di suoni che ricordino quelli

        tipici di un temporale, attraverso la voce, gli oggetti e il corpo.

        Dopo aver dedicato qualche minuto di tempo alla libera improv-

        visazione collettiva, ascoltiamo insieme le proposte dei singoli

        alunni, cercando di caratterizzarle al meglio: ad esempio, le matite

        battute sui banchi rendono l’idea della pioggia e giocando sulla

        forza del gesto, essa può essere forte o debole; lo stesso vale per

        i piedi battuti a terra, che imitano bene i tuoni.

        Una volta che avremo stabilito le caratteristiche dei suoni, asse-

        gniamo ruoli e tempi di intervento ai bambini in modo da “com-

        porre” un temporale di classe, che dirigeremo come un vero e

        proprio concerto.

















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