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La tana del riccio, riparata dai rami e spaziosa, era ancora incredi-
bilmente asciutta. Fabriccio se ne era stato sulla porta con il naso
al vento e il corpo al riparo, aveva visto conigli e lepri infangati e
infreddoliti…non poteva più stare a guardare, doveva fare qual-
cosa per loro… e così aveva invitato tutti quanti a rifugiarsi nella
sua tana. Con tanti animali attorno non gli era stato possibile ar-
rotolarsi a palla. Era stato costretto a stare seduto con la schiena
verso la parete e ascoltare tutti.
La compagnia degli altri animali fece un gran bene al suo cuore
malato.
A mano a mano che passavano le ore, si sentiva sempre meglio,
non aveva più la fronte aggrottata e aveva perfino sorriso un paio
di volte. All’improvviso gli si era avvicinato un coniglietto titu-
bante: – Sei tu quel riccio che ha bucato due palloni e uno sco-
iattolo durante una partita di calcio? – aveva chiesto e, prima di
avere risposta, aveva continuato – Il papà e la mamma dicono che
sei stato insuperabile!
A quel punto, chissà come e chissà perché, tutta la tana aveva
preso a ridere ricordandosi di quella partita ormai mitica: erano
scoppiate risate piccole e grandi e tutti si erano rivolti a Fabriccio
con simpatia.
Quel giorno, quando la pioggia aveva smesso di cadere, Fabriccio
si era accorto che l’acqua aveva lavato il bosco e aveva lavato via
anche la sua paura di rimanere senza amici.
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