Io sono la c, e sono un tipo strano.
La acca è muta; sai, lei parla con la mano:
gelosa, non sopporta le mie amiche e ed i;
Mi fa proprio arrabbiare: leggi che e chi.
Io sono la c e sono molto bella.
E quella lì è la g, la mia cara sorella!
Di voce siam diverse, amici uguali abbiam, però.
E con la g a cantare riproviamo un po’.
N.B.: La c e la g si leggono con suono dolce solo alla fine delle strofe 2
e 3, come indicato esplicitamente dal testo.
© Edizioni Didattiche Gulliver
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