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Capii di aver girato a destra anziché a sinistra e mi affrettai a com-
mettere di nuovo lo stesso sbaglio… andando a sbattere contro
l’armadio.
Quando arrivai al pianterreno, Jenny e papà erano già a tavola e
mamma mi stava rivolgendo l’Occhiataccia. Sapevo che la spiega-
zione sarebbe suonata ridicola e allora tenni il becco chiuso.
Il problema comunque è evidente: mi manca quello che zia Maude
chiamava “il bernoccolo dell’orientamento”. A dire il vero, mi sa
che al posto di quel bernoccolo devo proprio avere un buco. Non
parliamo poi di distinguere il Nord dal Sud o l’Est dall’Ovest; me
la vedo già abbastanza brutta con la destra e la sinistra. Cosa piut-
tosto ironica, considerato come sarebbero andate le cose. Ma sto
correndo troppo. Okay. Proverò a scrivere questa storia come ci
ha insegnato il professor Dimas. Lui diceva che non importa come
si inizia, l’importante è iniziare. E allora comincio proprio da lui.
Era ottobre, io ero in seconda superiore e tutto filava tranquillo, a
parte Educazione Civica, cosa non sorprendente. Il professor Di-
mas era famigerato per i suoi metodi di insegnamento poco or-
todossi. Per l’esame di metà trimestre ci aveva bendati dandoci
uno spillo da conficcare in un punto a caso sul planisfero; quindi
avremmo dovuto scrivere un saggio su quella località.
A me era capitato il paesino di Decatur, nell’Illinois.
Provateci voi a scrivere diecimila parole su Decatur, nell’Illinois. Il
professor Dimas faceva in continuazione cose così. L’anno scorso
era finito sulla prima pagina del quotidiano locale e aveva ri-
schiato il licenziamento per aver trasformato due classi in feudi in
guerra tra loro.
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