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Chi vuole gioca e corre e suda; io faccio il guardalinee: lo trovo
più adatto alla mia natura, più riposante.
Fabriccio aveva ridacchiato prima di chiedere: – Posso giocare an-
ch’io?
– Perché no! – aveva risposto il ghiro.
Così, quando al campo si erano presentati un paio di conigli, tre
scoiattoli, due lepri e si cominciavano a formare le squadre, Fa-
briccio era lì, pronto a diventare amico di tutti.
All’inizio sembrava che tutto andasse bene.
Poi, la squadra di Fabriccio si era trovata un po’ in difficoltà quando
un coniglio aveva deviato la palla in calcio d’angolo.
Il tiro dal corner era stato affidato a un leprotto che aveva tirato
un micidiale traversone, potente e alto ma con poche possibilità
di entrare in rete.
A questo punto Fabriccio era intervenuto istintivamente: senza
neppure pensarci si era alzato con un gran balzo e aveva intercet-
tato la palla, deviandola, con un magnifico colpo di testa.
Si aspettava un applauso dai compagni di squadra, invece i calcia-
tori si erano fermati tutti a guardarlo.
Il colpo di testa era stato preciso e forte e Fabriccio avrebbe di
certo segnato… se la palla non fosse rimasta infilzata sugli aculei
sgonfiandosi nel giro di qualche minuto sotto gli occhi stupefatti
dei giocatori. Dopo un primo momento di stupore, i calciatori pa-
revano essersi ripresi:
– Sono cose che possono capitare a un riccio... – aveva detto uno
degli scoiattoli liquidando così la questione.
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