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In pratica succedeva questo: Moreno partiva, feli-

cissimo di correre veloce fino a destinazione, con gli

occhi, ehm… i fanali, spalancati e accesi, ma appena arrivava

all’imbocco della galleria gli prendeva una cosa agli ingranaggi,

una specie di scossa lo mordeva al motore, sentiva insomma una

paura che gli faceva all’improvviso chiudere gli occhi, cioè spe-

gnere i fanali. E così, Moreno, a fari spenti, piombava con tutti i

vagoni nel tunnel che a quel punto diventava buio e nero come

una notte senza luna né stelle.

Il terrore lo assaliva!

Moreno non sapeva come vincere la paura delle gal-

lerie. Era triste, aveva sempre meno voglia di cor-

r er e e non gl i piaceva neanche più sent ir e il

vento sulle portiere, ma nessuno lo capiva perché lui non aveva

detto a nessuno della sua paura; se ne vergognava. Un giorno

però, mentre era fermo sui binari, parlava da solo della sua paura

per cercare di darsi coraggio. Era sicuro di non essere ascoltato.

E invece sulla banchina c’era uno scatolone pieno di lampade di

ricambio per fanali di treno.

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