trasformare la classe in comunità
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perché no, piacevole.
La didattica della comunità presentata da Marina Santi si in-
scrive nel grande campo delle “didattiche del vivere e del saper
convivere” che sono le condizioni favorevoli per rendere possibile
l’atto di apprendimento.
È provato quanto poco efficaci siano certe strategie di appren-
dimento basate sull’autorità, sul semplice rigore o, peggio, su
logiche punitive. Oltre a essere inefficaci per la gestione della
disciplina, non costruiscono né cultura né comunità né appren-
dimento.
Alla base dell’approccio della Prof.ssa Santi vi è una profonda
cultura della partecipazione e del rispetto dell’individuo in tutte
le sue caratteristiche e la prospettiva dell’inclusione di tutti i
soggetti, dai più bravi ai meno bravi, di coloro che sono più fra-
gili, tenendo conto di tutte le loro diversità. Nel contesto della
classe si apprende una cosa fondamentale, un principio fonda-
mentale: la democrazia. Come diceva Zagrebelsky, la democra-
zia non è naturale, innata, spontanea, ma è un principio che si
apprende e, probabilmente, la scuola è anche il contesto migliore
affinché questo accada.
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