IX
© Edizioni Didattiche Gulliver
Prefazione
La scuola Primaria, così come si è andata configurando dopo la Riforma Moratti, ha
messo in evidenza la necessità, peraltro già avvertita da tempo, di guardare al pro-
cesso di insegnamento/apprendimento secondo un’ottica nuova.
Messa da parte la finalità di istituzione destinata a
trasmettere conoscenze,
la scuo-
la ha assunto il ruolo di
costruttrice di competenze.
Secondo la definizione fornita dalle stesse Raccomandazioni per l’attuazione delle
Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Individualizzati, le competenze “
sono l’in-
sieme delle buone capacità potenziali di ciascuno portate effettivamente al miglior
compimento”.
In altre parole, la
competenza
indica ciò che effettivamente si è in grado
di fare, pensare, agire di fronte a problemi da affrontare e risolvere.
Tutto ciò non significa che le conoscenze siano state relegate una volta per tutte in
soffitta, perché in realtà le competenze, per essere tali, in particolari contingenze e
di fronte a determinati problemi, si servono delle conoscenze acquisite, le usano, le
applicano, le mettono in pratica.
A guardar bene, non c’è nessuna rivoluzione; si tratta solo di orientare il processo di
insegnamento/apprendimento verso la stessa meta, ma con una nuova rotta.
Approdare, sì, alle conoscenze (alla cultura, se vogliamo dirlo in modo più incisi-
vo), ma attraverso l’attivazione – negli alunni – delle risorse che ciascuna intelligen-
za possiede ed è in grado di affinare: la percezione, l’intuizione, la valutazione; le
capacità di fare inferenze, anticipazioni, generalizzazioni, di esprimere giudizi per-
sonali, di operare con pensiero divergente.
Sviluppare competenze può significare, allora, operare sulla pluri-inter-transdisci-
plinarità ed è in questo senso di operatività trasversale che si orientano le Indicazioni
Nazionali per il primo anno e il primo biennio.
Nei primi tre anni, infatti, gli alunni sono accompagnati alla conquista delle cono-
scenze “
senza fare esplicito riferimento allo statuto delle discipline, nel passaggio
da una visione del mondo legata ad un patrimonio di cultura e di comportamenti
strettamente legati alla loro esperienza ad una prima consapevolezza delle catego-
rie presenti nelle discipline di studio che raccolgono e danno significato a ciò che
essi vivono e che via via apprendono”
(dalle Raccomandazioni).
L’introduzione graduale delle discipline aiuta gli alunni “
a leggere la propria e l’al-
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