Page 43 - Nuovo Gulliver News - Demo Accoglienza 2024 - CL3
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Attività aggiuntive “Nuovo Gulliver News” – ACCOGLIENZA
3 UN NOME CHE CAMBIA
ª
STORIA SUDDIVISA IN PARTI
LA STORIA DI PICCOLO FALCO
(Prima parte)
Nelle terre selvagge delle grandi pianure d’America vivevano tante tribù di nativi americani.
I membri di ciascuna tribù non erano molto numerosi, erano guidati da un capo e seguivano
delle regole condivise; ogni individuo aveva infatti un compito e doveva collaborare con gli
altri affinché tutto andasse bene nel gruppo. C’era grande rispetto per le persone anziane,
che venivano considerate le più sagge perché con più esperienza. I nativi americani erano
nomadi, non abitavano sempre nello stesso luogo ma si spostavano a seconda di dove anda-
vano gli animali da cacciare; per questo motivo vivevano in tende, chiamate tepee, che erano
facilmente smontabili e rimontabili, costruite con lunghi pali di legno e pelli di animali o teli.
Ogni tribù aveva un totem, cioè un grande tronco intagliato raffigurante teste di animali che
dovevano proteggere e guidare il popolo. I nativi americani credevano di poter evocare l’a-
nimale totem dentro di loro per superare alcune situazioni di difficoltà.
Un giorno, nei pressi di un torrente si accampò una tribù conosciuta come la tribù dei Piedi
Neri. Il totem della tribù dei Piedi Neri aveva in alto un’aquila, che simboleggiava la lungi-
miranza, cioè la capacità di “guardare lontano” e prevedere i possibili sviluppi di una situa-
zione, poi un orso, simbolo di generosità, e infine un serpente, simbolo di scaltrezza. Tra i
membri della tribù dei Piedi Neri c’era un ragazzo di nome Wachiwi. Wachiwi amava esplo-
rare la natura e ascoltare le storie dei grandi guerrieri raccontate intorno al fuoco di notte.
Non vedeva l’ora di ricevere il suo nome tribù! Infatti, da tradizione, ciascun membro della
tribù, in base al suo animale guida e a una sua caratteristica, veniva chiamato con un sopran-
nome scelto dal gruppo. Ad esempio il padre di Wachiwi, capo della tribù dei Piedi Neri, era
soprannominato Cavallo Veloce, infatti nessuno della sua tribù era mai riuscito a batterlo in
una corsa a cavallo, mentre la madre veniva chiamata Antilope Bella, perché aveva gli occhi
simili a quelli di una piccola antilope.
Un giorno Wachiwi, mentre cacciava con suo padre nelle pianure, si imbatté in un giovane
falco ferito. Senza esitazione, lo prese tra le braccia e lo portò all’accampamento, dove lo
curò con pazienza e dedizione. Il falco guarì grazie alle cure del giovane e si legò profonda-
mente al ragazzo, diventando suo compagno fedele. Anche se lasciato in libertà, spesso tor-
nava a trovare il suo amico e si appollaiava sulla tenda rossa della famiglia di Wachiwi. La
sua tribù decise allora di chiamare il giovane Piccolo Falco. Finalmente Wachiwi aveva rice-
vuto il nome tanto desiderato!
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