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Sfide











                                                                 di Italo FIORIN
                                                                 Pedagogista








                         L’apprendimento diffuso







             ella società del XXI secolo, definita “dell’apprendi-  Di fronte alla minaccia di un nuovo linguaggio, pene-
        Nmento”, la scuola ha perso la sua tradizionale cen-   trante e seducente, ma avvertito come pericoloso per le
        tralità, sia nei confronti del tempo che dello spazio. Nei   modalità ancora inesplorate della sua fruizione da parte
        confronti del primo perché il tempo dell’apprendimento   degli utenti, Postman propone alla scuola di operare una
        è molto più lungo di quello dell’insegnamento formale,   sorta di resistenza attiva, contrapponendo al potere della
        affidato agli insegnanti e gestito in un edificio chiamato   TV il potere del libro.
        “scuola”. Il tempo dell’apprendimento precede quello   La scuola, ammonisce l’autore, deve agire da contro-
        dell’istruzione formale e, soprattutto, procede ben oltre,   potere, contrastando il linguaggio dell’emotività e della
        coprendo l’intero arco della vita umana.               gratificazione immediata con il linguaggio della riflessività
        Nei confronti dello spazio perché l’insegnamento formale   e della capacità di persistere nell’impegno, in una durata
        ha bisogno di un luogo dedicato e intenzionalmente at-  più lunga e con una gratificazione non effimera.
        trezzato, mentre l’apprendimento avviene in ogni luogo,   Si può osservare che la scuola è sopravvissuta alla tele-
        attraverso modalità non codificate e non riportabili a me-  visione, anche quando non è stata capace di raccogliere
        todi didattici strutturati. Nella società dell’apprendimento   la lezione di Postman.
        la scuola dell’insegnamento viene messa in discussione   Ma oggi?
        anche per un’altra ragione. Quando l’istituzione scola-  Quella che allora sembrava una minacciosa concorrente,
        stica aveva un ruolo centrale, era l’insegnante a scegliere   la televisione, è ben poca cosa di fronte alla efficace per-
        i contenuti da erogare e la loro scansione temporale,   vasività dei nuovi strumenti di comunicazione. Al tempo
        nell’ambito della scarsa flessibilità di quanto previsto dai   stesso, la complessità della vita sociale ed economica
        programmi nazionali e di quanto proposto dai manuali   richiede un’attrezzatura cognitiva, affettiva, comporta-
        scolastici. In questo modo si poteva perseguire un’idea   mentale – in una parola, un’alfabetizzazione – ben più
        di sistematicità del sapere costruita a scuola pezzetto per   impegnativa.
        pezzetto. Nel corso del tempo il primato dell’istruzione   Certamente la scuola non può ignorare l’impatto della
        formale è andato progressivamente indebolendosi, so-   cultura digitale nella vita quotidiana, non può far finta
        prattutto da quando si è diffusa in maniera massiccia la   che l’esperienza degli studenti ne sia immune, non può
        comunicazione attraverso la televisione, la cui irruzione   presumere che il tempo della scuola sia sufficiente alla for-
        nella vita quotidiana ha certamente contribuito a minare   mazione di una persona. Non può, insomma, continuare
        il potere dell’istruzione formale. Un bel libro che ci resti-  come se la rivoluzione tecnologica dell’informazione non
        tuisce lo shock di quegli anni è il saggio di Neil Postman   fosse avvenuta o non la riguardasse. L’apprendimento,
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        L’ecologia dei media.                                  diffuso e debordante, assedia la scuola, la circonda, la
                                                               sfida. Ne parleremo nel prossimo contributo.

        1.  Postman N., (1983), L’ecologia dei media. L’insegnamento come atti-
          vità conservatrice, Armando Editore, Roma.


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